L’AISPI: un amore durato più di cinquant’anni

Maria Caterina Ruta

Università di Palermo

 

Nel lontano 15 novembre del 1972 Mario Di Pinto, Giuseppe Di Stefano, Alessandro Martinengo e Carmelo Samonà con una lettera invitarono gli studiosi di Lingua e letteratura spagnola delle università italiane alla costituzione di un’associazione sul modello di quelle già esistenti in altre istituzioni accademiche.

La messa in opera del progetto, sollecitata con particolare enfasi da Martinengo, come ha ricordato Pino Di Stefano, fu oggetto di alcune riunioni, svoltesi a Cortona e a Pisa, e diede vita all’Associazione degli Ispanisti Italiani.

Fino a questi dati ho comunicato notizie note a tutti o per ricordo personale o per la lettura del prezioso volume curato da Laura Dolfi sulla storia della nostra Associazione[1]. Scorrendo ancora una volta le sue pagine, affiora all’attenzione del lettore un aspetto fondamentale dell’ispanismo italiano, intendo riferirmi all’evidente apporto allo sviluppo degli studi di area iberica dato dai maestri della Filologia accademica della seconda metà del Novecento. Da Francesco Branciforte a Giuseppe E. Sansone, da Cesare Segre a Alberto Varvaro, per segnalare solo coloro che esercitarono la docenza anche in Letteratura spagnola o catalana, la ricerca sul Medioevo iberico influenzò sostanzialmente la formazione dei più giovani studiosi, improntandone il metodo di lavoro e gli ambiti di analisi. Si impose fra tutti l’attività di Margherita Morreale, dalla formazione di natura internazionale per le sue vicende biografiche, ma presto si affermarono diversi colleghi, che non nomino per evitare spiacevoli omissioni. La consistenza dell’interesse filologico fra gli ispanisti si dimostrò concretamente nell’organizzazione del VI Convegno dell’Associazione, che ebbe luogo a Verona nei giorni 18-20 giugno 1981 sul tema “Ecdotica e testi ispanici”, organizzato dall’instancabile Maria Grazi Profeti e dal suo gruppo di lavoro[2].

Passo ora a cercare nella mia memoria le tracce delle mie esperienze remote relative agli anni 1973-1975. Anche se non feci parte di quel ristretto sodalizio di ispanisti che promosse la costituzione dell’AISPI, sebbene allora in posizione accademica assai precaria, ne potei seguire gli sviluppi grazie al legame di magistrale e affettuosa collaborazione che intrattenevo con Giuseppe Di Stefano e Blanca Periñán, che vivevano a Pisa.

Il prof. Di Stefano aveva insegnato presso l’Università di Palermo negli anni 1965-1972 e con il suo magistero mi aveva fatto conoscere il panorama dell’ispanismo italiano, che in quegli anni era ancora piuttosto ristretto. Conservo ancora la lista che mi preparò con i nomi dei docenti a cui mandare i miei giovanili lavori, lista che nel tempo si è andata sempre più arricchendo proprio in virtù degli insegnamenti che quei saggi maestri ci dispensarono e per il successivo cambiamento della situazione politica in Spagna, che fornì un concreto impulso a studiare le culture della penisola iberica.

Nella celebrazione del cinquantesimo anniversario dell’esistenza dell’AISPI si è sentita l’esigenza di narrare gli eventi successivi a quelli immortalati nel volume del 1998, come attestano i contributi di coloro che sono stati presenti alla manifestazione del 15 settembre del 2023, svoltosi a Roma.

Per quanto mi riguarda, partecipai agli incontri di Cortona e di Pisa che ne definirono l’assetto e gli adempimenti formali necessari e, sempre guidata con rigorosa attenzione dal professore Di Stefano, cominciai a presentare i miei contributi nel corso dei Convegni che si organizzarono con cadenza non sempre regolare nei primi tempi. Quegli incontri permisero ai più giovani di ascoltare fra gli altri la voce di Giovanni Maria Bertini, Giuseppe Bellini, Ermanno Caldera, Giovanni Caravaggi, Mario Di Pinto, Rinaldo Froldi, Oreste Macrì, Guido Mancini, Giovanni Meo Zilio, Franco Meregalli, Dario Puccini, Rosa Rossi, Carmelo Samonà, Mario Socrate, Luciana Stegagno Picchio, Lore Terracini, Margherita Morreale, José Luis Gotor.

Nelle rituali chiacchiere di corridoio o di ‘sobremesa’ i loro consigli intanto aiutavano a crescere gli aspiranti docenti della mia generazione o poco più anziani sia sul versante scientifico, sia nella coscienza politica, riguardo ai fatti che avevano segnato la storia spagnola nel cuore del XX secolo.

I nomi citati sono solo un esempio di coloro che nei primi convegni parteciparono attivamente alla coesione fra gli ispanisti delle diverse generazioni; ne dovrei citare altri, ma ancora una volta sono sicura che commetterei comunque delle omissioni. In realtà ho provato a redigere degli elenchi generazionali, ma, affidati alle mie esperienze di ascolto o di lettura, risulteranno sempre incompleti. C’è da aggiungere, inoltre, che per alcuni anni nell’Associazione confluirono anche gli ispanoamericanisti, i lusitanisti e i catalanisti. Sebbene non fossero numerosi, contribuirono a alimentare il dibattito fra culture affini, ma allo stesso tempo autonome, e proposero altrettanti modelli di ricerca, certamente stimolanti per la formazione dei destinatari.

Nel corso degli anni in questi nuclei si è affermata la tendenza a separarsi dall’AISPI per riunirsi in altrettante associazioni meno numerose ma più coerenti nelle materie trattate e negli interessi accademici. Confesso che l’operazione mi lascia perplessa per gli indubbi vincoli che legano le culture di riferimento e per la mia convinzione personale dell’importanza del confronto nell’argomentazione dei temi scelti e nella verifica dei metodi di ricerca applicati.

Un altro fenomeno che si è prodotto durante la vita dell’Associazione riguarda la separazione degli insegnamenti di Lingua e di Letteratura per la consapevolezza che si è acquisita grazie allo sviluppo degli studi della Linguistica e della Didattica. Si comprese che lo statuto della disciplina “Lingua straniera” esigeva una sua specificità scientifica e didattica che, sebbene si giovasse della lettura dei testi letterari, necessitava di modalità proprie di ricerca, di insegnamento e di esercitazioni. Come conseguenza molti di noi hanno visto cambiare la denominazione della disciplina impartita da Lingua e Letteratura spagnola in Letteratura spagnola.

Ripensando alla storia sia dell’AISPI sia degli insegnamenti di area iberica nelle università italiane, emerge un fenomeno di notevoli proporzioni che merita la giusta considerazione, mi riferisco all’apporto che hanno dato all’organizzazione didattica e scientifica i colleghi provenienti dall’estero. Anche in questo caso ho provato a formare una lista e i nomi sono tanti e riguardano tutte le culture interessate. Molti di loro si sono completamente integrati nel nostro sistema universitario, occupando posti di rilievo e partecipando attivamente allo sviluppo delle discipline da loro impartite. Sono stati e sono anche bravi organizzatori di gruppi di studio e di incontri di confronto, dei quali hanno curato le relative pubblicazioni, stimolando nuovi e particolari interessi di ricerca. Faccio solo un esempio che mi coinvolge direttamente e che è sufficientemente conosciuto: le sei giornate cervantine che Carlos Romero dell’Università Ca’ Foscari di Venezia organizzò dal 1990 al 1998 in collaborazione con Donatella Pini dell’Università di Padova. Insieme ad altri colleghi, entrambi curarono la pubblicazione dei relativi Atti, risultati di notevole interesse[3]. Anche se in Italia già si era ampliata l’attenzione per l’opera di Cervantes, quegli incontri ne incrementarono l’interesse, permettendo lo scambio diretto di pensiero e metodi fra i partecipanti e consacrando nei volumi a stampa la memoria dei loro apporti.

Un altro aspetto sul quale ho riflettuto dall’alto della mia età è quello delle morti premature fra i colleghi che con la loro attività hanno arricchito il panorama delle culture che ci interessano.  È difficile determinare i parametri di una morte prematura per ogni settore delle attività pratiche e scientifiche, e in questo caso ho pensato di considerare il limite dei settant’anni. Da Alberto Del Monte (1924-1975) a Carmelo Samonà (1926-1990), da Giovanni Allegra (1935-1989) a Cesare Acutis (1936-1987),  da Roberto Paoli (1930-2000) a Erilde Melillo Reali (1934-1983), da Loreta Rovatti (1940-2015) a Marco Massoli (1942-1985), da Donatella Montalto Cessi (1942-2002) a Antonio Tabucchi (1943-2012), da Maria Rosa Scaramuzza (1943-2014) a Aldo Albonico (1947-1999), da Angelo Morino (1950-2007) a Michelina Patania (1950-2007),  da Cristina Bordonaba Zabalza (1956-2014) a Javier Santos Lopez (1965-2016), da Stefano Arata (1959-2001)  a  Giuseppe Mazzocchi (1960-2017) e Jesús Sepulveda (1963-2004), per finire con il ricordo di Ines Ravasini (1961-2021), scomparsa più recentemente. per quante ricerche abbia fatto, non sono stata capace di trovare le date di nascita e morte di Franco Bacchelli dell’Università di Verona e di Letizia Bianchi (1944-) dell’Università “La Sapienza” di Roma, due cari colleghi segnati da un destino poco benevolo. Sono numerosi questi colleghi più sfortunati e forse mancano altri nomi e me ne scuso soprattutto per gli ambiti di studio che mi sono meno familiari, ma il rammarico che tutti loro ci hanno lasciato per averli perduti prima che le loro potenzialità umane e scientifiche si manifestassero nella totale completezza vale per ciascuno di loro.

In quanto alla mia parte attiva nella gestione dell’Associazione, ho fatto parte del Direttivo nei due trienni 1988-1992 e 2004-2007. Il Direttivo del primo incarico era formato da Giuseppe Grilli, presidente, Enrica Cancelliere, Maria Luisa Cusati, Paola Elia, Alessandra Melloni e Maria Luisa Jetti e la sottoscritta. Alla Jetti spettava il compito di rappresentare i problemi degli insegnanti della scuola, che allora erano di notevole rilievo e richiedevano un’attenzione specifica.

Nel corso della gestione dell’Associazione si decise di ridurre il numero dei componenti del Direttivo da sette a cinque sia per agevolare il coordinamento dei lavori, che a quel tempo non poteva ancora giovarsi delle attuali possibilità delle riunioni online, che annullano le barriere geografiche, sia per dare autonomia al coordinamento dei docenti della scuola, i cui problemi tecnici e didattici avevano manifestato una propria specificità e gravità.

Nel triennio, tuttavia, si presero altre misure culturali e pratiche che migliorarono le funzioni del Direttivo e la promozione delle attività da esso coordinate. Utilizzando la voce dello Statuto sulla possibilità di nominare Soci onorari, si attribuì tale riconoscimento ai soci più anziani del nostro ispanismo, né si mancò di commemorare i maestri Guido Mancini (1918-1990) e Carmelo Samonà, che da poco erano deceduti.

Con il contributo dell’Istituto Italiano di Cultura di Madrid nel 1990 si pubblicò una nuova edizione del Bollettino informatico e bibliografico[4]. La pubblicazione del Bollettino, già al suo nascere, aveva consentito una più agevole circolazione dei dati accademici e bibliografici dei soci al fine di realizzare il programma di informazione, di condivisione e di confronto fra gli iscritti, al quale l’Associazione si ispirava.

Fin dai primi anni della sua esistenza si era avviata la redazione di un Notiziario, che all’inizio ebbe vita difficile per lo scarso impegno dei soci a mandare le notizie richieste; a questo proposito ricordo, però, che il computer non fu subito lo strumento abituale di scrittura e di trasmissione di comunicazioni quale è diventato negli anni successivi, e certamente il Bollettino, quando da foglio ciclostilato si trasformò in pubblicazione a stampa, si arricchì anche di altre informazioni come lo Statuto dell’Associazione e quelle sulla presenza nel paese degli insegnamenti di spagnolo in area accademica e scolastica[5].

Nei due anni che seguirono si affidò alla cura di Paola Elia l’edizione del Repertorio bibliografico degli ispanisti italiani: 1992[6], finalmente abbastanza esaustivo e che vide la luce nel 1993, mentre era in carica il nuovo Direttivo. Certamente per Paola Elia non fu impresa facile raccogliere le schede dei singoli docenti e ridurle in forma libresca quanto più possibile corretta, ma il risultato diede un impulso decisivo alla circolazione delle informazioni e aprì vie di collaborazione e di confronto.

Il Direttivo curò l’organizzazione di due convegni, il XIII si svolse a Palermo (18-20 maggio 1990) sul tema “Modernismi e avanguardie” e il XIV a Napoli (30, 31 gennaio e 1 febbraio 1992) dedicato a “L’apporto italiano nella tradizione degli studi ispanistici” e seguito con particolare cura da Giuseppe Grilli e la sua équipe. Gli Atti del primo si pubblicarono nel 1991[7], mentre, secondo la norma, toccò al Direttivo successivo la pubblicazione dei contributi presentati al secondo, che avvenne nel 1993 e si avvalse della collaborazione dell’Instituto Cervantes[8].

Ricordando la nostra attività a distanza di anni, credo di poter affermare che operammo in armonia e collaborazione fra di noi e con le istituzioni pubbliche, dando un contributo concreto alla vita dell’AISPI, al miglioramento del suo assetto strutturale e della diffusione della produzione scientifica.

Negli anni 2004-2007 mi fu assegnato il coordinamento del Direttivo con la collaborazione di Lorenzo Blini, Antonella Cancellier, Maria Vittoria Calvi e Laura Silvestri. Con questi colleghi, diventati nel frattempo amici cari e solidali, si sono fatte diverse riunioni a Roma che hanno consolidato l’accordo di stretta collaborazione fra l’Instituto Cervantes e la nostra Associazione. I due direttori, Javier Ruiz Sierra e Fanny Rubio, ci fecero sentire veramente a casa nostra nell’accogliente sede di via di Villa Albani, dove è collocata anche la Biblioteca María Zambrano che, con la preziosa guida della direttrice Carmen Delibes, si era impegnata a costituire il Fondo AISPI, invitando tutti gli associati a inviare i loro contributi. Il Fondo, che in seguito è stato digitalizzato, costituisce una utile fonte per la ricerca soprattutto per gli studiosi più giovani, che non hanno avuto l’opportunità di seguire lo svolgimento degli studi dei docenti più anziani e che trovano nel Fondo la possibilità di rendere noti i loro lavori e di confrontarsi fra di loro e con noi.

Per il sollecito intervento del direttore Ruiz Sierra si stipulò un prezioso accordo con il Centro Virtual Cervantes per la digitalizzazione degli Atti dei nostri convegni, che si erano svolti negli anni precedenti, e si decise, quindi, che, a partire dall’incontro del 2004 gli atti si sarebbero prodotti nel formato CD, che avrebbe facilitato l’inserimento online degli stessi. La pagina del sito del Centro, riservata all’Associazione, dal 2017 contiene anche opere miscellanee e monografiche di produzione dei soci.

In quegli anni venne anche incrementata la collaborazione con il CUN, che si rivelava fondamentale ai fini della gestione dei problemi della vita universitaria e della ricerca accademica e che fu curata da Maria Vittoria Calvi e Lorenzo Blini.

Inoltre il Presidente dell’AISPI o un suo delegato faceva parte della giuria che assegnava il Premio de Traducción del Instituto Cervantes en Italia e che prevedeva un premio ad una singola opera e la menzione per le traduzioni delle diverse categorie di testi. A noi toccò di partecipare all’attribuzione del V e VI premio, che segnalarono la prestigiosa attività di apprezzati colleghi.

Appena nominato, il Direttivo si prese in carico la pubblicazione degli Atti del XXII congresso sul tema “Escritura y conflicto / Scrittura e conflitto”, che si era tenuto fra Catania e Ragusa nei giorni 16-18 maggio del 2004. Ne furono curatori del primo CD Antonella Cancellier, Maria Caterina Ruta e Laura Silvestri, e del secondo Lorenzo Blini e Maria Vittoria Calvi[9].

Il congresso del 2005, che si svolse a Palermo dal 6 all’8 ottobre, fu dedicato alla celebrazione del quarto centenario della pubblicazione della Prima parte del Don Quijote de la Mancha (1605-2005) con il titolo “L’insula del Don Chisciotte”, titolo che voleva alludere all’unicità del capolavoro cervantino, all’utopia dell’isola nutrita da Sancho e all’isola che ne ospitava la commemorazione. Gli Atti furono pubblicati a stampa[10], mentre i contributi che trattavano temi relativi ad argomenti di “Linguistica contrastiva tra italiano e lingue iberiche”, furono riuniti in un CD[11].

Il ventiquattresimo congresso dell’Associazione ebbe luogo a Padova dal 24 al 26 maggio del 2007 con il titolo “Metalinguaggi e Metatesti. Lingua, letteratura, traduzione”; la cura degli Atti fu affidata al Direttivo eletto a Padova.

Nelle circolari che si mandavano per via informatica, assieme alla vita dell’Associazione si includevano le notizie relative alle manifestazioni nazionali e internazionali degli ambiti scientifici pertinenti, attività che in quegli anni vivevano un tempo di particolare fervore ed entusiasmo. Nel rileggere queste ed altre circolari mi ha accompagnata un malizioso sorriso nel constatare la costante presenza dei due problemi, oggi diremmo ‘tormentoni’, che si sono ripresentati in tutte le associazioni di cui ho fatto parte: alludo ai solleciti da parte dei segretari o tesorieri del pagamento delle quote e dell’invio delle informazioni di ordine scientifico. Ho avuto modo di verificare che, anche se oggi i mezzi tecnologici forniscono agevoli modalità per l’adempimento delle due richieste, non sembra che l’attività dei segretari in questo senso si sia alleggerita.

Nel corso del triennio che sto commentando, la parte informativa presto è passata al Sito Internet, che fu curato da Lorenzo Blini e Maria Vittoria Calvi, dando all’Associazione la giusta visibilità, nazionale e internazionale, che la progressiva espansione in Italia degli studi e degli insegnamenti di area iberica rendeva necessaria, come scrivevo nella “Presentazione” scritta per il Centro Virtual Cervantes:

 

Nel triennio 2004/2007 l’Associazione Ispanisti Italiani ha condotto un programma di aggiornamento della propria visibilità, migliorando il suo sito (http://www.aispi.it) e accedendo ad altre forme di comunicazione informatica al fine di favorire un maggiore confronto con gli altri ispanismi, europei ed extraeuropei, nello spirito di una sempre migliore comprensione delle rispettive culture.

 

Concludo sottolineando che di questo triennio mi rimane un gratissimo ricordo per aver lavorato con colleghi molto attivi e disponibili, sinceramente legati alle sorti dell’Associazione e pronti a cogliere e sviluppare tutte le opportunità che i partner felicemente incontrati ci offrivano. Devo anche ringraziare tutti i miei collaboratori del Dipartimento che spesso si sono fatti carico di alcune mie incombenze per permettermi di espletare i compiti della Presidenza della nostra Associazione.

Con la memoria di quel triennio auguro a tutti i responsabili dell’attuale e dei successivi direttivi di operare nello stesso clima di reciproca fiducia, rispetto e collaborazione, continuando a dare lustro all’AISPI e ai suoi affiliati.

 

[1]Dolfi, Laura (1998), Storia dell’AISPI (Associazione Ispanisti Italiani) 1973-1997, Roma, Bulzoni Editore.

[2]Associazione Ispanisti Italiani, Ecdotica e testi ispanici (Verona 18-20 giugno 1981), Verona, Grafiche Fiorini, 1982.

[3] Pini, Donatella (a cura di) (1992), Don Chisciotte a Padova, Atti della I Giornata Cervantina (Padova, 2 maggio 1990), Padova, Programma. Romero Muñoz, Carlos, Pini, Donatella, Cancellier, Antonella (a cura di) (1995), Atti delle Giornate Cervantine (Venezia, 7 maggio 1991, II Giornata; Padova, 4 maggio 1992, III Giornata; Venezia, 23 aprile 1993, IV Giornata). Padova: UniPress. Romero Muñoz, Carlos, Pini, Donatella, Cancellier, Antonella (a cura di) (1998), Atti della V Giornata Cervantina (Venezia, 24-25 novembre 1995), Padova, UniPress. Pini, Donatella, Pérez Navarro, José (a cura di) (2000), Atti della VI Giornata Cervantina, (Padova, 17-18 aprile 1998), Padova, UniPress.

[4] Associazione Ispanisti Italiani (1990), Bollettino informativo e bibliografico, Napoli.

[5] Associazione ispanisti Italiani (1984), Bollettino Informativo e Bibliografico, Pisa, Tipografia Cursi. In vista del VII Congresso dell’Asociación Internacional de Hispanistas (Venezia, 25-30 de agosto de 1980) Silvana Serafin curò la redazione dell’Annuario degli iberisti italiani, Milano, Cisalpino-Goliardica, 1980.

[6] Elia, Paola (a cura di) (1993), Repertorio bibliografico degli ispanisti italiani: 1992, Chieti, Tipografia Camillo D’Argento di Francavilla al Mare. In seguito fu pubblicato l’aggiornamento a opera di Cancellier, Antonella e Selvaggini Luisa (a cura di) (1998), Repertorio bibliografico degli Ispanisti Italiani: integrazione fino al 1992 e aggiornamento (1993-1996), Roma, Bulzoni.

[7] Prestigiacomo, Carla e Ruta, Maria Caterina (a cura di) (1991), Dai modernismi alle avanguardie, Atti del XIII Convegno dell’Associazione degli Ispanisti Italiani (Palermo, 18-20 maggio 1990), Palermo, Flaccovio. In seguito Grilli avrebbe curato il volume relativo al convegno dell’Associazione Italiana dei Catalanisti (AISC): Grilli, Giuseppe (a cura di) (1992), Atti del Convegno internazionale Ramon Llull, il lullismo internazionale, l’Italia. Omaggio a Miquel Batllori (Napoli, 30-31 marzo e 1 aprile 1989), Annali dell’Istituto Universitario Orientale. Sezione Romanza, 34.

[8] Associazione Ispanisti Italiani (1993), L’apporto italiano alla tradizione degli studi ispanici, Atti del XIV Congresso, Nel ricordo di Carmelo Samonà (Napoli, 30 e 31 gennaio, 1febbraio 1992), Roma, Instituto Cervantes.

[9] Cancellier, Antonella, Ruta, Maria Caterina, Silvestri, Laura (a cargo de / a cura di) (2006), Escritura y conflicto / Scrittura e conflitto, Actas del XXII Congreso AISPI / Atti del XXII Congresso AISPI (Catania-Ragusa, 16–18 maggio 2004), Madrid, Instituto Cervantes / Associazione Ispanisti Italiani, CD–ROM, vol. I, e Blini, Lorenzo, Calvi Maria Vittoria (a cargo de / a cura di) (2006), Escritura y conflicto/ Scrittura e conflitto, Actas del XXII Congreso AISPI /Atti del XXII Congresso (Catania-Ragusa, 16–18 maggio 2004), Madrid, Instituto Cervantes – Associazione Ispanisti Italiani,  CD–ROM, vol. II.

[10] Ruta, Maria Caterina e Silvestri, Laura (a cura di) (2007), L’insula del Don Chisciotte. Atti del XXIII Congresso dell’Associazione Ispanisti Italiani (Palermo, 6-8 ottobre 2005), Palermo, Flaccovio, Dipartimento di Scienze filologiche e linguistiche.

[11] Blini, Lorenzo, Calvi, Maria Vittoria, Cancellier Antonella (a cura di) (2008), Linguistica contrastiva tra italiano e lingue iberiche, Atti del XIII Convegno, Atti del XXIII Congresso dell’Associazione Ispanisti Italiani (Palermo, 6-8 ottobre 2005), Instituto Cervantes-AISPI, CD-ROM, vol. II.